Viaggio storico culturale sulla Via Francigena da Canterbury a Roma

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a cura di Adelaide Trezzini, presidente AIVF al Circolo ACCUEIL degli Affari Esteri – Roma il 5.3.2003

CANTERBURY  80° tappa di Sigerico, oggi capoluogo del Kent, è una città romana sulla via tra Londra e Dover.

La principessa merovingia Berta visse nel convento della chiesa parrocchiale di S. Martino prima di sposare il re sassone Ethelbert poi convertito al cristianesimo. Il luogo di culto era officiato da sant’Agostino già dal 597 prima di fondare la 1° sede vescovile dell’isola britannica. Il suo fonte battesimale sassone del VIIIs è tuttora in uso.

Dell’abbazia di S. Agostino, culla del cristianesimo, sono visitabili gli imponenti resti dal VI-XIIs dopo la distruzione del 1538 operata da Enrico VIII.

Mentre la cattedrale Christ Church, ricostruita nel 1178 in stile gotico primitivo inglese, diventa famosa in tutto il mondo per l’afflusso dei pellegrini sulla tomba di s. Thomas Becket nel luogo dove fu assassinato il 29.12.1170. La tragedia viene raccontata in molti reliquari.

 

In quanto meta di pellegrinaggio Canterbury può vantare molte testimonianze tra le quali: la casa dei pellegrini, l’ospedale dei preti bisognosi XIII-XIVs restaurato negli anni 1970 per ospitare il Canterbury Heritage museo. Ritroveremo in molte città, mura e fortificazioni databili come queste tra XII-XIVs.

Come attrazione turistica assistiamo alle “Canterbury Tales” rievocazione del viaggio dei pellegrini di Chaucer da Londra a Canterbury alla fine del ‘300.

In fine una veduta della città al tempo degli Ugonotti XVIs sotto la regina Elisabetta.

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DOVER
“Key of England”

La V.F. propone in parte la strada romana, in parte la North Downs Way, il suo percorso è segnato da chiese e croci medievali. La croce: segno tangibile e simbolico che puntella tutte le strade minori d’Europa: radice inconfutabile di incrocio (in croce!)  – Kreuzung – crossing – croisement.

La fortezza di Dover è stata iniziata nel 1064 dal re sassone Aroldo contro l’invasore normanno Guglielmo il Conquistatore, poi fu ampliata da Enrico II con il Keep a pianta quadrata, mentre Enrico III è ricordato per la Constable’s Tower.

La foce del fiume Dour interrompe le celebri scogliere calcaree dei White Cliffs

In sole 17 miglia il pellegrino attraversa il canale della Manica e raggiunge il continente!


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WISSANT   Strouanne 78°
Dipartimento du Pas-de-Calais

Antico luogo di approdo per chi arriva dalla Gran Bretagna tra il Cap Blanc-Nez e il Cap Gris-Nez

Porto d’imbarco di Giulio Cesare nel 55 e 54 a.C. o Strouanne? Wissant è un porto molto attivo fino al XIIs, utilizzato da santi: Thomas Becket nel 1170  dopo l’esilio in Francia a St-Quentin quando tornò in Inghilterra. Ma anche da re e pellegrini.

La Chanson de Roland (scritta tra il 1100 -1125) dice: “In Francia c’è un meraviglioso tormento, tempeste, tuoni e vento, e di terremot di St Michel del pericolo fino ai Santi, da Besançon fino al porto di Wissant, non c’è casa senza crepe…”

Dante stesso quasi 200 anni dopo (1265-1321) dice nella Divina Commedia: “camminiamo su piccole dighe come ne fanno i Fiamminghi tra Bruges e Wissant”

La regina d’Inghilterra sbarcata, alloggia nella fortezza di Sangatte distrutta e incendiata dai conti di Warwiick nel XV s. e Wissant decade a favore di Calais che oggi accoglie sul continente i viandanti della V.F.

I Bourgeois de Calais, capolavoro di Auguste Rodin del 1895, ricordano il sacrificio nel 1347 di 6 cittadini per salvare la città dalle rappresaglie di Edoardo III d’Inghilterra.

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PERONNE -DOINGT 73°

 

si trova alla confluenza dei fiumi Somme e Cologne, in una zona di stagni e acquitrini per la gioia dei pescatori. Purtroppo la città rimase distrutta al 90% dopo la 1°guerra mondiale.

Oltre ad essere stata luogo di residenza di Radegonda (moglie di Clotario I) ha ospitato o visto passare quasi tutti i re di Francia, cittadina famosa per il Trattato di Peronne del 1468 tra Luigi XI e Carlo il Temerario, duca di Borgogna per il possesso della Picardie.

Per i viaggiatori della V.F. sono degni d’interesse gli avanzi delle fortificazioni XIIIs, la Porta di Bretagna del XVIIIs, il vicolo des Grands Carreaux e nel museo Danicourt possono vedere la moneta con l’effigie di Vercingetorice, una rarità!

A 2 km di distanza, Sigerico fa tappa a Doignt, nome derivato dal Doigt de Gargantua (?) Allusione che si ritrova piu volte lungo la V.F.

SAINT-QUENTIN

Posizione strategica tra il regno di Francia e le Fiandre, una delle prime città-comune nel 1080.

Possiede la più importante riserva naturale in zona urbana con flora e fauna eccezionale.

Il viandante non manchi di vedere il museo delle Farfalle e la sala dei Matrimoni nel Municipio in stile gotico fiammeggiante 1330-1500.

La Collegiata di St-Quentin è opera dell’arch. Villard de Honnecourt XIIIs con coro, vetrate e sarcofago del santo risalente al IVs.

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LAON  71° capoluogo Dipartimento de l’Aisne

 

Nel IX-Xs residenza reale in tarda epoca carolingia e nel XIIIs. viene accerchiata da 7km di fortificazioni.

Il pellegrino entra dalla Porta d’Ardon e per conoscere il glorioso passato, visita il dittico del Maestro delle Ore di Rohan e nel cortile ammira una cappella particolare a pianta ottagonale eretta a sede dei Templari nel XIIs con all’interno 2 colonne-statue.

La cattedrale N.D. iniziata già nel 1150 e ultimata in soli 75 anni, vanta ancora le sue vetrate del ‘200. La Sainte-Face (Santo Volto) – opera slava su tavola del XIIs – è stata inviata da Roma nel 1249 dal cardinale Gaston de Troyes detto Pantaleone (futuro papa Urbano IV) e funge da importante meta di pellegrinaggio per tutto il medioevo.

Sulla Place du Parvis si affaccia l’Hotel-Dieu con immensa sala gotica XIIs per ospitare pellegrini e ammalati (come a S.M. della Scala-Siena).

Nell’antica abbazia di St-Martin, di stile gotico-cistercense XII-XIIIs, ha sede la biblioteca.

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REIMS  69° tappa di Sigerico
Dipartimento de la Marne

 

Città gallo-romana con importanti vestigia come la Porte de Mars (dio Marte) e criptoportici frequentemente utilizzati per la conservazione del vino pregiato detto Champagne.

Papa San Sisto III fonda il 1°vescovado nel 435 e re Clovis si fa battezzare da san Remigi nel 496, evento fondamentale per la nascita dell’Europa cristiana. Dal 940, con conferma papale nel 999, i suoi vescovi-conti hanno la prerogativa di consacrare i sovrani fino al sacro di Napoleone nel 1814.

Quale grande centro religioso, commerciale e universitario viene restituito da Giovanna d’Arco la liberatrice, a Carlo VII di Francia nel 1429.
Remigi è la più antica chiesa, ricostruita più volte e ampliata, quella dell’anno 1000 è la 3°chiesa!

L’abbazia e la sala capitolare del XIIs riconosciuti patrimonio dell’Unesco, sono adibiti a museo di Saint-Rémi dove si ammira tra l’altro la celebre serie di 10 arazzi con la vita di san Remigi tessuti nel XVIs; qui vediamo il battesimo e una testa del re Clotario datata al 1100.

Presso il mercato delle stoffe e grano, nel quartiere della ricca borghesia, viene costruito nel XIIIs (arricchito nel XVIs) l’attuale museo Vergeur del Vieux-Reims.
La cattedrale Notre-Dame è il capolavoro del gotico maturo costruito in un secolo sul sito della 1° cattedrale distrutta da un incendio nel 1210: le facciate sono ornate da intere gallerie di re, di profeti, ognuna di 56 statue. I 3 portali sono ricchissimi di statue, quello di sin. ospita il celebre “Angelo del Sorriso” simbolo della “Cathédrale des Anges“. Per i danni delle guerre, le vetrate sono datate dal XII (quella della Vendemmia), al XXs quella di Chagall (1974). Il tesoro è esposto nel Palazzo del Tau.

Da Reims il pellegrino si inoltra in un paesaggio sterminato dove san Basilio nel 575 avrebbe piantato i primi faggi a forma di spirale detti Faux de Vergy, un enigma per i botanici.

Non siamo lontani da Hautvilliers, nell’antica abbazia fondata nel 660 si trova la tomba del monaco benedettino Don Pierre Perignon (1630-1715) che studiando la tecnica della doppia fermentazione invento la fabbricazione dello Champagne.

In mezzo ai vigneti si vedono molti molini a vento, le “cadoles” di muratura a secco, costruite dai Vignaroli come riparo per l’inverno e l’estate.

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CHALONS-EN-CHAMPAGNE  68°
capoluogo del Dipartimento de la Champagne-Ardenne

 

Il nome Châlons viene da scialle, la sua produzione di drappi è commercializzata dall’asse viario romano Milano-Boulogne s/Mer (Atlantico), in situ a poco distante la V.F. ripercorre 16km di strada romana.

La città conserva molto del suo antico aspetto con ricche case del ‘6-700 a pannelli di legno e ponti che attraversano i canali degli affluenti della Marne; la biblioteca municipale conserva gelosamente il manoscritto del “Roman de la Rose” e il libro di preghiera di Marie-Antoinette.

Il Chiostro di Sainte Marie en Vaux patrimonio dell’Unesco ha una storia assai singolare: nel 1963 gli scavi dell’area restituiscono circa 1000 pezzi del chiostro distrutto e sepolto dai monaci nel 1750, ricomposto rappresenta l’unico dei numerosi chiostri XIIs del Nord della Francia.

Costruito nel 1170-80, è di eccezionale ricchezza con gli archi che poggiano su 50 colonne scolpite anche a forma umana. La chiesa annessa è famosa per le sue importanti vetrate del ‘500, mentre la cattedrale sfoggia vetrate del XIIIs e un ricco tesoro.

La V.F. giunge in un luogo ricco di storia europea dal medioevo all’epoca quasi moderna.

Infatti il conte Gualtiero III di Brienne sposa nel ‘200 la figlia del re normanno Tancredi assumendo cosi il titolo di conte di Lecce e addirittura re di Sicilia! Ecco riuniti il nord e il sud del nostro continente mentre Napoleone abdica dopo la battaglia di Brienne del 1814. In questo luogo sono i ricordi della sua infanzia: la chiesa della sua 1°communione e la sua scuola militare.

Si arrivava dall’Italia, dalla Borgogna (Svizzera), dalle Fiandre (Belgio-Paesi Bassi) e da tutta la Francia per commerciare alle fiere della Champagne.

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BAR S/AUBE (64°)

Il département de l’Aube nasconde e rivela al viandante della V.F. un tesoro unico in Francia e Europa: 9 chiese a graticcio e grande galleria lignee datate tra il XV-XVIIIs come quella romanico-gotica della fine ‘200 della chiesa di S. Pietro, la galleria chiamata Halloy è stata aggiunta nel ‘300.

Nel 1666 sull’antica via romana un Veneziano fonda la famosa cristalleria di Bayel sotto Luigi XIV. La chiesa di Bayel possiede una Pietà ispirata a Michelangelo.

In mezzo a boschi immensi il pellegrino giunge a Clairvaux (Chiaravalle), luogo scelto da san Bernardo per costruire nel 1115 la 3° abbazia cistercense. Con il motto Ora et Labora i monaci intraprendono la valorizzazione del territorio prosciugando il territorio e iniziando la culture della vigna. Rimangono le cantine e i dormitori del XIIs; il grande chiostro e l’Hostellerie des Dames del XVIIIs. rappresentano il capolavoro dell’architettura monastica in Francia.

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MORMANT  63°
Dipartimento de la Haute-Marne

La Maison-Dieu fondata nel 1120 funge da posto tappa sulla via romana Langres-Besançon per ricevere pellegrini, poveri e viandanti. L’abbazia fu affidata ai Templari sino alla dissoluzione dell’ordine nel 1314; nel ‘700 funge da fattoria e finalmente nel 1993 nasce l’associazione “Mormant Revivrà“.

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BESANCON 58°
capoluogo della Franche-Comté

L’ospizio del Santo Spirito, testimone della vita medievale e nota per le sue gallerie di legno scolpite fine ‘400, dal 1840 è una chiesa riformata.

Con Carlo V imperator e sovrano anche della Franche-Comté (1565), la ricca borghesia arricchitasi con il commercio sulla Route d’Italie costruisce importanti hôtels particuliers nella rue de Battant come quello di Champagney del 1595 (eccellente ristorante tra l’altro) e di fronte spicca questa edicola mariana gotico-rinascimentale.

Il nuovo Museo del Tempo è ospitato nel Palais del Granvelle consigliere di Carlo V, proprio al centro della Grande Rue, già decumano massimo e via di transito di pellegrini; un San Giacomo veglia dalla sua edicola!

Dopo la riconquista francese nel 1674 vengono costruite sia le fortificazioni dette di Vauban che il nuovo e attuale ospedale San Giacomo che racchiude una delle più belle antiche farmacie di Francia.

Per la sua posizione nell’ansa del Doubs (veduta del 1560), Giulio Cesare costruisce il castrum in cima al colle dove verrà innalzata nel 1660 la gloria di Besançon: la Cittadella.

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A ridosso del colle, dietro la Porte Noire eretta da Marco Aurelio nel 175 d.C, si concentra il polo religioso con il vescovado e la cattedrale S. Giovanni eretta tra il XI e il XVIIIs. Sono romanici la navata e i capitelli istoriati (Adorazione dei Magi), l’interno custodisce una curiosità: un altare del IV o XIs(?) detta Rosa di S. Giovanni, inoltre Fra Bartolomeo ha dipinto nel 1512 una straordinaria pala con Madonna e Santi. Degno d’interesse è l’Orologio astronomico e pubblico con le ore in 17 punti e le maree in 8 porti del mondo, le lune ecc.

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VALLEE DE LA LOUE

Il pellegrino V.F.si avvicina alla grande catena del Giura che separa Francia e Svizzera risalendo il fiume Loue.

A Ornans nasce e dipinge Courbet e numerosi altri pittori, la sua casa natale è oggi un importante museo. Ma anche scrittori come Victor Hugo nativo di Besançon, sono ispirati dall’autenticità dei suoi villaggi e dalla natura intatta: nascono il museo francese della pesca e quello della vigna.

Lods propone il museo all’aperto deIle Case della Franche-Comté. Il medioevo è presente in molte chiese del XIIs, in maison-forte (castelluccio) del signore del luogo per arrivare al punto chiave del Giura con il Castello-museo XI-XVIIs di Joux, dove muore Berta dai Grandi Piedi.

 

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HôPITAUX-NEUFS (ospedali nuovi)

I frati ospedalieri gestivano la sosta-tappa sulla strada Langres–Losanna, la Route d’Italie con molti scambi economici e religiosi. Il pellegrino scopre per es. nella chiesa una pregevole copia XVIs della Madonna di Losanna.

A JOUGNE, posto di pedaggio tra il XIII-XVIIIs, vorrei fare scoprire al pellegrino il “mio” gioiello architettonico carolingio-romanico con i capitelli tipici a intreccio e la volta ad arco appena spezzato: la cappella di S. Maurizio declassata a chiesa del cimitero, nascosto lungo il fiume sull’antica V.F. che conduce a

Ballaigues dove la VF ripercorre un tratto di 200m intatto di carreggiata romana solcata dall’ intenso traffico di carri.

Al confine con la CH: grazie alla V.F. il cartello di passaggio interdetto è stato rimosso nel 2002!

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Inizio tratto V.F. in Svizzera

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ORBE 55°

Attraversata tutto il massiccio del Giura (con alt. massima di 1000m) la via scende verso l’altopiano vodese molto fertile e ricco di testimonianze storiche. Dopo il castello in parte ancora abitato di Les Clées (Le Chiavi), ecco la piccola cappella S. Andrea di Montcherand mostra i suoi pregevoli affreschi del 1100; il fatto di essere sulla Via di Compostella non convinceva tutti, grazie al Vademecum V.F. ha ritrovato la sua ragione di essere sulla Route d’Italie.

Nel castello di Orbe nasce nel Xs Adelaide futura imperatrice che ritroveremo a Pavia.  Nel 1250 Amedeo di Montfalcon concede franchigie e amplia le fortificazioni; in un disegno del XVIIs il suo aspetto di città turrita è oggi riconoscibile nella torre-campanile con 4 torrette XIIs e nel torrione, in 1°piano una croce sul sito della scomparsa chiesa di S. Martino.

Il vicolo sale fino alla chiesa di Notre-Dame, dopo l’incendio del 1407 è ricostruita in stile gotico flamboyant con ricche chiavi di volta, tabernacoli e resti di affreschi dove si riconosce il sudario della Veronica, simbolo del pellegrinaggio a Roma in queste terre conquistate dalla riforma protestante! L’antico ospizio è diventato prigione.

 


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Le gole dell’Orbe sono un paradiso per gli amanti della natura. Sulle tracce dei carri romani, come descritto nei mosaici della villa rustica del IIs, il viaggiatore può raggiungere Yverdon 56°(?) con il suo castello quadrato tipico diffusosi sotto la dominazione di Pietro II di Savoia 1250.

Oppure va diretto a La Sarraz, al castello-museo XI-XIIIs costruito da Adalberto di Grandson che ospita anche il museo del Cavallo.

Nella vicina cappella S. Antonio o Jacquemart, il viaggiatore inorridisce alla vista del grande monumento funerario di Francesco I della Sarraz del 1360 con serpenti e vermi sul viso e braccia del defunto.

A questo gancio, chiamato pilori, venivano legati i condannati.

Passato il piccolo centro di Cossonay con la chiesa S. Maurizio in parte del IXs, si arriva sulle rive del lago Lemano a St-Sulpice XIs, antico priorato cluniacense.

 

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LAUSANNE 54°

Il vescovo risiede nel Château St-Maire del XIVs sull’acropoli della città vicino alla “3°” cattedrale N.D. consacrata nel 1275; gli stessi artisti del

portale-dipinto hanno lavorato in Francia, a Chartres e Senlis, le vetrate del rosone sono eseguite prima del 1245 da Pierre d’Arras.

St-François è l’unica vestigia del convento francescano del 1250, gli stalli sono scolpiti da Jean da Liegi nel 1380. Il centro medievale è il cuore vivo della città.

Inizia per il pellegrino, uno dei tratti più rilassanti di tutta la V.F. che costeggia il lago per 40 km.

Senza contare che si attraversano dei centri piccoli ma vitali e ricchi di storia, come per esempio

Lutry è racchiusa in un triangolo di fortificazioni e torri a protezione del castello, delle case signorili XIV-XVIs e della chiesa romanica rinnovata nell’interno con…

delle grottesche dipinte nel 1565, identiche a quelle presenti nei palazzi romani e vaticani: la Cultura non conosce frontiere!

La zona costiera del Lavaux è famosa da sempre per i suoi vigneti, dopo Cully, St-Saphorin, ecco
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Vevey  53° e la sua chiesa di S. Martino.

Montreux è la famosa stazione climatica, ma ancora più celebre è il

castello-fortezza di Chillon costruito su una roccia nel lago, viene ingrandito nel XIIs da Tommaso di Savoia e diventa la residenza preferita della casata.

Il visitatore visita le cantine-prigioni XIIIs, la sala detta dei Cavalieri con stemmi dei balivi e la cappella S. Giorgio di stile gotico tutta affrescata. Qui si sono fermati i grandi poetri inglesi Byron e Shelley in viaggio per Roma.

A capo del lago Villeneuve (città nuova-come in tante nazioni) possiede ancora una torre e ospizio XIIIs diventati sala del consiglio comunale.

L’ultimo grande castello Aigle nel XIIs è sede dei visdomini-amministratori dei Savoia; il suo museo del Vino e della Vigna ha già ospitato una mostra V.F.!

 

Roche-Versvey 52°

posto tappa (souste) per i viaggiatori esisteva fino a un secolo fa! Unica vestigia è questo imponente “Relais” riciclato nel museo svizzero dell’organo.

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Dopo avere tracciato sommariamente il percorso da Canterbury attraverso la Francia e la Svizzera, ora seguiamo i pellegrini dal loro attraversamento delle Alpi al colle del Gran San Bernardo 2473m s/m fino a Roma.

Devo riassumere le vicende storiche, perché qui si snoda tutta la storia dell’Occidente da Giulio Cesare a Napoleone che valicò nel 1800 assieme a 40.000 uomini il passo del GSB, le sue truppe seguirono la V.F. fino a Roma, purtroppo!

Occorre aspettare san Bernardo nel 1050 per la costruzione dell’Ospizio che porterà il suo nome dal XIIIs. Nei primi secoli fu talmente apprezzato dai viandanti inglesi che il re Enrico II Plantagenet fa delle importanti donazioni alla casa del GSB nei dintorni di Londra ancora oggi esistenti, mentre il re di Danimarca ottiene l’esenzione di pedaggi per i suoi pellegrini. Anche d’inverno valicavano le Alpi carovane di mercanti con carichi di scarpe e merceria per esempio. La strada carrozzabile è stata riaperta nel 1886 dopo quasi 2000 anni!

Sul versante italiano la casa-ospizio di St-Oyen – una delle 80 proprietà del GSB tra Londra e la Sicilia – è da sempre luogo di servizi per il GSB con cambio dei muli, la fabbricazione del pane, la biancheria.

 

Aosta (46° tappa)  si riconosce da lontano per i suoi campanili romanici, diventa cristiana alla fine del IV s. Qui nasce nel Xs s. Anselmo che sarà arcivescovo di Canterbury 100 anni dopo Sigerico.

La cattedrale dell’Assunta mostra una facciata neoclassica e all’interno il grande crocifisso franco-piemontese del 1300 ma, della chiesa romanica iniziata dal vescovo s. Anselmo, rimangono sotto i nostri piedi, il mosaico del XIIs con la rappresentazione allegorica dei fiumi Tigri e Eufrate, dell’Anno seduto in trono come un re, dei mesi (visti come vassalli), dei segni zodiacali.

Fuori le mura tra romane e medievali, la massiccia torre-campanile di S. Orso XIIs funge anche da difesa e rifugio (una caratteristica comune alla Svizzera, Francia e Italia) e mostra un portale gotico particolare in cotto del XVs.

Questo complesso riserva da pochi anni altre straordinarie sorprese nel suo sottotetto: gli affreschi ottoniani del X s. dove leggiamo come in un fumetto Efeso, Patras con s. Paolo, s. Giacomo al martirio (raro), s. Andrea e fino alle nozze di Cana con un assaggio di vino in una “flute” modernissima! L’antichissima cripta somiglia ad una foresta di colonne di varie epoche dove troneggia la figura di un sant’Orso buono vissuto tra il VI-VIIIs.

La Collegiata possiede il chiostro istoriato più importante della valle d’Aosta, i suoi 40 capitelli illustrano scene della Bibbia, vita di s. Orso, mostri, animali esotici come cammelli.

 

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Il ponte romano e l‘arco di Augusto (25 a.C.) dopo la conquista dei Salassi (popolo celtico) segnano la via da seguire per raggiungere il più famoso castello della valle d’Aosta:

Fenis. Costruito tra 1340-1370 da Aimone di Challant il castello rimane in famiglia fino al 1716. Sembra un castello di fiabe con le sue torri merlate ghibelline, le feritoie e il suo cortile a balconate; gli affreschi con San Giorgio e il drago, santi e filosofi e al 1°piano la sala baronale e la cappella sono stati dipinte nel ‘400 da Giacomo Jaquerio (pittore di corte dei Savoia).
Il viaggiatore passa davanti a tante croci lungo il suo cammino dall’Inghilterra sino a Roma.

St-Vincent (oggi famosa per il suo casinò) è nel ME uno dei primi centri cristiani della valle. Il campanile XIIs della chiesa e gli affreschi dell’abside esterno e la cripta con capitelli tipici carolingi ne sono delle rare testimonianze. Le numerose decorazioni parietali dell’interno, tra cui la Crocifissione sono di Filippo da Varallo ‘500.

Verso il 1390 Iblant de Challant costruisce Il castello di Verres – “uno dei più possenti manieri che un vassallo abbia mai potuto costruire in uno stato sovrano” – rappresenta un vertice assoluto dell’architettura militare tardogotica in Europa.

La valle si chiude alla fortezza di Bard – dove Camillo Benso di Cavour è stato prigioniero – per riaprirsi, seguendo il fiume Dora, al punto più suggestivo della Via francigena aostana che coincide a Donnas con la via consolare romana della Gallia tagliata nella roccia come al passo del GSB. Si calpesta infatti 200m di selciato romano a dir poco eterno! Incontriamo un altro toponimo Pont St-Martin.

 

Il viandante entra in Piemonte a Ivrea (44° tappa): capitale del ducato longobardo, marca di confine contesa tra Francia e Savoia.

In una famosa Chanson de geste di Roger di Danimarca parlando degli eroi carolingi dice che si fermano ad Ivrea per mangiare (dunque anche a dormire) e a Vercelli per cambiare denari. Cortei con papi e imperatori come Carlo Magno, armate, cavalieri arrivano sotto il castello di Ivrea iniziato nel 1358 da Amedeo di Savoia riconoscibile per le sue caratteristiche torri cilindriche; dietro il Duomo sono degni di interesse gli avanzi del chiostro capitolare XIIs e il tiburio ottagonale.

Gli stabilimenti Olivetti custodiscono la chiesetta di S. Bernardino, un gioiello di arte con i suoi 21 riquadri affrescati dallo Spanzotti nel 1500 che rappresentano la vita di Gesù, la fuga in Egitto sempre allusivo al viaggio.

 

Percorrendo la strata publica peregrinorum-Franzexia et mercatorum e il fiume d’Ivrea, il viandante giunge a

 Santhia-Sanctae Agatha (43° tappa); la chiesa conserva la reliquia date dalla regina Teodolinda della santa siciliana Agata a cui sono stati tagliati i seni; è molto venerata come rimedio per il mal di denti  in tutto il ME anche in Svizzera e Francia. La chiesa possiede un importante polittico del 1530 e conserva dell’antica costruzione il grande campanile romanico, l’abside e la cripta.
A Vercelli (42° tappa), il cardinale Guala Bicchieri – legato del papa Innocenzo III in Francia e Inghilterra e da re Enrico III riceve la chiesa di Chesterton /Cambridge) – commissiona la costruzione dell’abbazia di S. Andrea nel 1220.  Come rettore egli chiama l’abate Tommaso Gallo da Parigi alle cui lezioni s. Francesco manda s. Antonio da Padova; oggi è ancora retta da canonici francesi. La basilica di S. Andrea è stata eretta da Benedetto Antelami.

Mentre il Duomo di S. Eusebio – ricostruito nel XVI e XVIIIs in stile neoclassico – conserva un imponente crocifisso in lamina d’argento del 1000. Il suo archivio possiede il più antico documento di poesia inglese il “Vercelli book” del XIs, le Leggi dei Longobardi del VIIIs ecc.

La strada romana Torino-Pavia conduce il pellegrino a Robbio dove trovava assistenza e aiuto presso la chiesa di S. Pietro apostolo, una preziosa costruzione ‘200 in cotto con interno affrescato nel ‘400 da pittori locali.

Si raggiunge Mortara, città dei Morti dopo una celebre vittoria di Carlo Magno contro i Longobardi nel 774. In S. Albino, dice la tradizione, sono sepolti i suoi paladini Amelio e Amico eroi del ciclo di Orlando. Gli affreschi sono firmati Giovanni da Milano 1410. 

 

La confluenza di due fiumi navigabili da tempi remotissimi, il Po’ e il Ticino rappresenta un punto di interscambio con il traffico di terra per il trasporto di sale, spezie ecc. Attraversato il ponte coperto (copia di quello del 1350) si entra nella città di Pavia Ticinum (40° tappa), una cerniera tra il Nord Italia e la Gallia transalpina.

San Michele è la chiesa reggia dove a partire del VIIs vengono incoronati i sovrani del Regnum Italicum: i re longobardi, poi Berengario e nel 951 Ottone I sposa Adelaide portatrice dei diritti alla corona imperiale e infine nel 1155 Federico Barbarossa con la corona di ferro.

Il viandante ammira lo stesso mosaico pavimentale XIIs (visto ad Aosta) con la raffigurazione dell’anno, dei mesi e del labirinto. Nell’abside è raffigurata l’incoronazione di Maria sullo sfondo del Duomo di Milano(?).

Gian Galeazzo Visconti innalza il castello nel 1360.

In epoca lombardo-romanica viene eretta la chiesa di S. Pietro chiamata in Ciel d’Oro per il soffitto ligneo dorato scomparso in un incendio, mentre sopra l’altare troneggia l’Arca di S. Agostino del ‘300 di stile gotico-lombarda con il suo prezioso reliquario del VIIIs portato da re Liutprando.

Il sarcofago (1920) nella cripta ricorda Severino Boezio, filosofo-consigliere di Teodorico, ucciso a Pavia.

 

Nei pressi di Senna Lodigiana (38° tappa)  dove le rievocazioni storiche con il passaggio dell’arcivescovo Sigerico sono annuali, da sempre il viandante è confrontato con il guado del Po’ risolto con l’aiuto dei traghettatori-passeurs più o meno onesti, il diritto di passaggio è gratuito per chi non possiede bagaglio. Oggi si passa questo fiume-lago con lo scafo di Danilo.

Prima di riprendere il cammino un momento di ristoro in un cascinale è salutare per spirito e corpo.

 

Oltrepassato Piacenza e Fidenza (35° tappa), città che sta riprendendo il suo ruolo di cardine sulla via Francigena, il viaggiatore si dirige verso gli Appennini per arrivare a Berceto (32° tappa).

Il re longobardo Liutprando vi fonda un’abbazia benedettina di cui rimane la rara lastra con i pavoni ai lati della croce come paliotto d’altare. Una pia leggenda narra di s. Moderanno, vescovo di Rennes-Bretagne, arrivato al Passo della Cisa (Montebardone), si accorge di avere dimenticato le reliquie nascoste per sicurezza a Berceto, torna senza ritrovarle, segno che lo induce a costruire la chiesa con l’aiuto del suo diacono Vulfada.

Nel 1355 l’imperatore di Boemia Carlo IV (lo stesso che donò il reliquario di s. Sigismondo alla chiesa di St-Maurice-CH) di passaggio a Berceto, provvede a dare una sepoltura più degna a Burcardo da Münster consigliere e accompagnatore degli imperatori Enrico IV e V in Italia nel 1100.

 

Per evitare i Bizantini nell’entroterra il pellegrino raggiungeva il mare a Luni (27° tappa)  – dal porto romano-medievale di S. Maurizio si salpava per la Terra Santa o per la Spagna e Compostela – passato Pietrasanta oggi come ieri si arriva ad una grande metà di pellegrinaggio intermedia: Lucca (25° tappa).

Sede abituale dei re Longobardi e capitale della Tuscia, la Via Romea-Francigena si presta al grande traffico di mercanti e pellegrini. Dalla città accerchiata da mura svetta un campanile-torre merlato del XIIIs.

La facciata del Duomo sfoggia una ricchezza e varietà di tarsie di marmi colorati dove al centro troneggia il gruppo di S. Martino e il mendico, opera di grande rilevanza nella scultura toscana.

Il crocifisso ligneo del XI-XIIs siriaco per i tratti somatici e il camicie-colobium di Cristo è detto Volto Santo (2,70x 2,50 m). L’antica legenda dice di essere stato scolpito da Nicodemo, giunto al porto di Luni e trasferito in S. Martino nel 782. L’altarino è una delicata opera di Filippo Juvarra. Il crocifisso è venerato in tutta Europa: pensiamo al re Guglielmo II d’Inghilterra che giura per il Vultum  Sanctum Luce nel 1100! Il miracolo del Volto Santo particolarmente in tema, è quello del pellegrino che riceve le scarpe nuove oppure del giullare francese che riceve per il suo canto la scarpetta d’argento del piede sinistro.

Lucca-Fucecchio 

Il tratto con paludi da Porcari a Fucecchio era particolarmente difficile da superare.

L’ordine dei Cavalieri del Tau nasce per costruisce ponti e ospizi lungo le grandi vie di pellegrinaggio europeo.

 

Ad Altopascio (22° tappa)  nasce l’ospizio dell’ordine ospedaliero dei Cavalieri di Altopascio con succursali in Spagna, Inghilterra e Parigi (église et hôpital du Haut-Pas). Rimangono la facciata romanica a fasce bicolore della chiesa di S. Jacopo e la Torre con campana detta la Smarrita per il soccorso dei pellegrini ritardatari.

Il viaggiatore incantato da sempre dal paesaggio toscano arriva a

San Miniato al Tedesco.

Ottone I fa costruire nel 962 il castello per i vicari imperiali con potere di giurisdizione sulla Toscana e nello stesso tempo funge da residenza per molti imperatori fino a Federico II.

La più antica torre detta di Matilde (oggi campanile del duomo) ricorda la nascita nel 1046 (?) della celebre Matilde di Canossa. Sul colle svetta la torre dove Federico II di Svevia fece accecare Pier delle Vigne. Per dimenticare questi orrori ricordiamo che S. Francesco fonda un monumentale monastero-ospitale ancora oggi.

Arrivati a Coiano (20° tappa), i pellegrini non possono mancare di salire i 54 gradini di una delle più antiche pievi toscane di stile pisano-lucchese.

Anche Sigerico visitò nel 990 la pieve di S.M. Assunta di Chianni (19° tappa) con la sua mirabile facciata preromanica.

 

Grazie all’incrocio di strade commerciali N-S e in direzione del mare verso Pisa, i pellegrini entrano a San Gimignano (17° tappa) Porta S. Matteo; lungo la via si susseguono gli spedali di S. Matteo, dei Templari, dei Cavalieri di Gerusalemme. Nel XIIIs la citta possiede 9 hospitali-alberghi e 10 ospedali!

Visitiamo la sua Collegiata, un vero libro di storia dell’arte con statue di Iacopo della Quercia, affreschi che raccontano storie dell’Antico Testamento dipinte da Bartolo di Fredi 1367 interessanti per il plasticismo e le nudità senza veli e altri dovute a Benozzo Gozzoli. San Gimignano porta il modellino della città con le 72 torri (oggi 15) inconfondibile nel panorama della Toscana.

In fondo alla navata si apre la cappella di S. Fina, capolavoro del rinascimento toscano realizzata da Giuliano e Benedetto di Maiano 1470 e affrescata dal Ghirlandaio.

Passato il quartiere commerciale della Cisterna ecco la porta S. Giovanni, i pellegrini entrano nel territorio protetto della Valdelsa presso Colle Valdelsa, area molto produttiva nel ME per l’industria della lana, della carta e del vetro già attiva dal 1000.

A Coneo un’altra pieve, quella di S. Maria XIs romanica

Si sale nel minuscolo borgo di Monteriggioni fortificato nel 1260 e perfettamente conservato.

Si oltrepassa Abbadia a Isola nota per gli acquitrini, la chiesa del S. Salvatore XIs è povera ma ricca di sentimento e affreschi e conserva pure un grazioso trittico con Madonna e santi.

 

La regina della V.F. è Siena (14° tappa) piuttosto che Arezzo per evitare i Bizantini e raggiungere Roma. I consoli rappresentanti degli artigiani e commercianti governano bene la città:

sulla piazza del Campo il Palazzo Pubblico custodisce il noto affresco “Effetti del Buon governo in città e in campagna” di Lorenzo Lorenzetti con palazzi, artigiani, cavalcate, danze e corteo di contadini e bestiame lungo la V.F. e nella parete opposta il “Mal Governo e i suoi effetti”.

Il Duomo attuale è stato costruito in meno di 100 anni (1179-1260) ed è rivestito di marmo a fasce bianche e nere con riferimento alla balzana araldica della città.

Con la peste del 1349 che divampa in tutta l’Europa il sogno megalomane del Nuovo Duomo svanisce e ne rimane solo qualche cenno.

Il celebre pergamo ottagonale eseguito da Nicola e Giovanni Pisano 1268 da un’idea della ricchezza di Siena chiamata da Taine la “Pompei medievale”.

Di fronte entriamo nello Spedale di S.M. della Scala fondato secondo una legenda dal ciabattino-calzolaio Sorore morto nel 890 (un secolo prima del passaggio di Sigerico).

E forse il più grandioso complesso ancora esistente in Europa con ospedale che comprende il pellegrinaio, la casa del Rettore e delle Balie essendo stato previsto per i fanciulli abbandonati detti gettatelli. Grazie a donazioni di mercanti e pellegrini tra il XIV e XVs rappresenta una vera potenza non solo politica, ma economica e agraria in tutta la Toscana.

Gli affreschi eseguiti principalmente da Domenico di Bartolo 1440 quando il pellegrinaio diventa sale di rappresentanze essi illustrano le usanze della vita di tutti i giorni: l’accoglienza e ristoro dei pellegrini,  la distribuzione delle elemosine, la visita medica dei feriti con il primario vestito di mantello e capello rosso, l’assistenza dei gettatelli, degli ammalati fino alla morte, i costumi di notabili. Questo ospedale è rimasto in funzione fino al 1950!!

Una delle proprietà di S.M. della Scala è la fattoria fortificata di Cuna con annesso una cappella dedicata a S. Giacomo dove è rappresentato il miracolo del pellegrino impiccato e salvato dal santo protettore dei pellegrini.

San Antimo – furori dal percorso V.F.- è dal IXs meta di pellegrinaggio per le reliquie donate da Carlo Magno; l’abbazia ricostruita nel 1117 ha molte affinità con Compostela, S. Sernin di Tolosa, Ste Foy di Conques sulle vie di Santiago; oggi monaci agostiniani premonstratensi francesi vi cantano la liturgia romano-gallicana.

 

Quirico d’Orcia (11° tappa) è residenza di funzionari imperiali dal XIIs con 7 strutture tra spedali e hospitium. Conserva il suo aspetto medievale con 14 torri inserite nelle mura; spicca la Collegiata SS. Quirico e Giulitta nota dal 714. Il portale romanico centrale 1080 raffigura tra l’altro 2 coccodrilli (animali antidiluviani simbolo di eternità): il portale D. ha un protiro scolpito da allievi di Giovanni Pisano. All’interno troviamo la tomba del conte Enrico di Nassau, qui morto nel 1451.

 

Le acque termali di Bagno Vignoni – conosciute per il potere anti- infiammatorio e curativo – hanno curato anche Lorenzo dei Medici e prima ancora S. Caterina che in Val d’Orcia imparò a scrivere. Per i pellegrini odierni è un meritato momento di relax.

Ecco i resti del ponte tardo-medievale sull’Orcia e arriviamo a Spedaletto-hospitalet, complesso ospedaliero con chiesa e fattoria fortificati nel XVs  viene amministrata da S.M. della Scala di Siena. E il complesso meglio conservato sulla V.F.

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Il Lazio!

Acquapendente (8° tappa) mansio romana e fortezza degli Ottoni e Svevi viene data da Matilde di Canossa alla S. Sede. Una legenda racconta di una ricca Matilde in pellegrinaggio per Roma con un carro, i buoi si fermano improvvisamente e lei decide di costruire con l’oro trasportato una chiesa di cui rimangono l’abside centrale e 2 pilastri in cotto  con capitelli; la cripta somiglia a una foresta con 22 colonne e capitelli di rara fantasia; scendendo ancora un  sacello identico per forma e dimensioni e orientamento al Santo Sepolcro di Gerusalemme – memoria della città Santa – dove il pellegrino si raccoglie e medita prima di arrivare a Roma.

È ricordata una casa di Templari, altri 3 spedali e una taverna tenuta dai monaci di Monte-Amiata.

Il paesaggio cambia e il lago di Bolsena (7° tappa) di origini vulcaniche, preannuncia la vicinanza della meta. Il castello del XIIIs domina la potente città etrusca diventata teatro di un miracolo avvenuto nel 1383 all’origine della festa del Corpus Domini.

La collegiata dalla facciata rinascimentale ospita la statua funeraria di santa Cristina realizzata in cotto da Benedetto Buglioni. La santa del IIIs fu gettata nel lago con una pietra al collo e invece di annegare la lastra porta Cristina che vi lascia le impronte dei suoi piedi inserita nella mensa d’altare sotto un ricco ciborio del VIII-IXs. Nelle catacombe i pellegrini da sempre venerano il luogo di sepoltura della santa.

 

Seguendo il dignitario di Augusta, Giovanni Fugger diretto a Roma fa tappa a Montefiascone dove il suo servitore segnala EST, EST, EST (C’è C’è C’è!) per indicare l’eccellenza del vino locale; per avere ecceduto sarà sepolto a S. Flaviano.

Sigerico menziona Sce Flaviane (6° tappa) la chiesa-fortezza del XIIs, caso unico perché consiste in 2 chiese sovrapposte con orientamento contrapposto; tra i numerosi affreschi ‘500 spicca la raffigurazione del Cristo della Domenica cosparso di arnesi di lavoro: roncola, bilancia, vanga ecc. a significare il male procurato; su un’altra parete l’eremo s. Maccario ammonisce 3 eleganti giovani signori del sopraggiungere della morte.

Un bagno nelle acque termali di Bagnaccio per dare sollievo al viandante agli sgoccioli del suo pellegrinaggio dopo avere camminato 1000-2000km di strada, è molto gradito.

 

Un lungo tratto della Via Cassia romana usato fino al XVIIIs e rimasto intatto conduce l’uomo viator nelle vicinanze di Viterbo. La via di Sigerico fu deviata nel 1137 per dare sviluppo economico a questa nuova città. Il diario di Filippo II Augusto di Francia menziona nel 1150 Biterve-Viterbo (5° tappa) con le sue continue lotte tra fazioni di origini francesi e germaniche, è contesa per secoli tra impero e papato (1100-1400). Vi risiedono e muoiono molti papi, anche 2 francesi (Nicolò III, Martino IV)

Dalla piazza del Plebiscito la Via dei Pellegrini (erano centinaia a percorrerla!) porta davanti alla lapide affissa nel 1100 a ricordo dei benefattori dell’Ospizio dei Pellegrini.  Dopo il ponte la via porta al centro dell’antico castello, oggi piazza della Cattedrale S. Lorenzo e sede di vescovado dal 1190.

Del palazzo dei Papi edificato nel 1260 rimane soprattutto la Loggia delle Benedizioni come un merletto sul paesaggio retrostante dove i papi si affacciavano dopo l’elezione e da dove Clemente IV scomunica Corradino di Svevia dicendo profeticamente “l’agnello che sen va al sacrificio”. Dopo un conclave di 33 mesi, il capitano del Popolo, Rainero Gatti, consigliato da s. Bonaventura, scoperchia la sala e chiude a chiave (cum chiave- conclave) i cardinali; Gregorio X papa nel 1271, stabilisce le norme in uso ancora oggi.

S.M. Nuova mostra lo storico pulpito dove san Tomaso d’Aquino predico nel 1266 e conserva un chiostro risalente alla costruzione longobarda.

Un quartiere è addirittura dedicato a S. Pellegrino con chiesa e ospizio annesso, di fronte spicca l’elegante palazzo degli Alessandri del ‘200.

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Sutri (3° tappa) avamposto di Roma.

Il re longobardo Liutprando dona la città a papa Gregorio II nel 728 dando inizio al Patrimonio di S. Pietro e dunque al potere temporale del papato; con il “iuramento sutrinum” del 1111, Enrico V e Pasquale II mettono fine alle guerre di investitura.

I pellegrini dal XI che vediamo nella chiesetta di S.M. del Parto si recano al santuario di S. Michele al Monte S. Angelo nel Gargano passando per Roma. E un luogo nato come mitreo della città etrusco-romana con le sue vie e infinite tombe e grandioso anfiteatro scavati nella roccia. Nelle vicinanze la cosiddetta tomba di Orlando e i ricordi delle Chansons de Geste narrano le vicende e lotta contro gli infedeli dei paladini di Carlo Magno paragonabili ai pericoli di un pellegrinaggio medievale. Porta franceta-francigena.

Dalla via Cassia alla via Trionfale, il viaggiatore grida la sua gioia alla vista di S. Pietro da Monte-Mario (Mons Gaudi-Monte della Gioia); la piazza lo accoglie ed entra in Basilica per un Deo gratias

 

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